La forma geometrica del Dodecaedro e l’albero di Gelso sono i due simboli della mostra.
Per gli antichi Greci e per i neoplatonici rinascimentali il Dodecaedro rappresenta l’intero l’universo, mentre gli altri poliedri platonici rappresentano i quattro elementi: la terra (cubo), l’aria (ottaedro), l’acqua (icosaedro) e il fuoco (tetraedro).
Leonardo ha disegnato questi poliedri per il manoscritto De Divina Proportione di Luca Pacioli ammirando le forme con cui la natura crea e trasforma la materia e riflettendo su come l’uomo, parte del creato, può leggerla e rielaborarla. L’interconnessione fra tre dei mondi costitutivi dell’universo – vegetale, animale e minerale – era per Leonardo un mistero da svelare ma non violare.
Il Gelso è una delle piante più importanti per Leonardo, che l’ha rappresentato, come tema unico, nella sala delle Asse del Castello Sforzesco di Milano. Con la foglia del Gelso, inoltre, l’insetto Bombyx mori produce la meraviglia della seta; seta che per Leonardo ben esprime il mistero, la forza, la grazia e la bellezza della natura e la sua condivisione con l’uomo.
Leonardo ha studiato approfonditamente le tecniche di lavorazione della seta e nei suoi appunti sono presenti innovativi progetti di strumenti e meccanismi tecnologici connessi alla produzione serica, con particolare riferimento ai torcitoi e ai processi di torcitura.
Dodecaedro e Gelso sintetizzano uno dei temi portanti della mostra, portando all’attenzione del grande pubblico la visione sistemica di Leonardo. Il suo sguardo – dopo cinque secoli – si offre come un elemento prezioso per osservare, leggere e rileggere il mondo di oggi, intrecciando il pensiero sistemico da lui suggerito cinquecento anni fa con le conoscenze e le tecnologie di cui oggi disponiamo (fra queste le scienze omiche, matematiche e bioinformatiche).
Assumere Leonardo come riferimento per il nostro prossimo futuro implica proporre una nuova visione del tutto e una diversa consapevolezza del posto dell’uomo nel mondo. Fra gli obiettivi da porci, certamente dovremmo individuare nuove modalità per diminuire l’artificialità del progresso (oggi principalmente dovuto alle sostanze chimiche non biodegradabili ed estranee al ciclo del vivente) e studiare come difenderci dalla minaccia incombente che gli influssi epigenetici degli organismi geneticamente modificati portano con sé.
Attingere a Leonardo in chiave autentica e insieme contemporanea implica anche tentare di definire un nuovo sistema di pensiero che guardi e attualizzi quanto avvenne a Firenze dall’inizio del Quattrocento, quando – sotto l’egida medicea – i processi alchemici e il pensiero neoplatonico abbracciarono e nutrirono le arti, le tecnologie, le scienze, secondo una visione organica, nello stesso tempo fortemente coesa e incredibilmente varia.

Leggi nella tua lingua







